lunedì 25 maggio 2009

Mi dispiace ammetterlo…

…ma effettivamente il mondo dei centauri motorizzati nel disumano traffico romano si possono distinguere essenzialmente tra uomini e donne. Entrambe le categorie sono dotate di specifici pregi e difetti, ognuna è articolata in sottocategorie, nessuno è più o meno dell’altra/o, ma certamente appaiono diversi.

Oggi parleremo del cavaliere oscuro maschio e della cauta amazzone, che possiamo in un certo senso considerare gli stereotipi dei due sessi riportati al tema della guida delle due ruote. Nonostante detestiamo i pregiudizi, dobbiamo riconoscere che queste due categorie raccolgono numerosissimi rappresentanti nella fauna metropolitana. Ci sarà modo di affrontare altre sottocategorie che la realtà ci suggerisce, ma facciamo un passo per volta!

Il cavaliere oscuro – di sesso maschile – nella  maggioranza dei casi, percepisce il mezzo come prolungamento del proprio potere (sessuale?) e non manca occasione di dimostrare intraprendenza e, talvolta, prepotenza addirittura. Se ti taglia la strada, non è uno stronzo, è solo più furbo di te! Ogni minimo pertugio tra autoveicoli rappresenta per lui una sfida a quanto di “infilabile” esiste sulla terra, e lui raccoglie sempre le sfide. L’esitazione è punita con disprezzo e quando – tuo malgrado – gli capiti davanti e impieghi quei 10 centesimi di secondo in più a decidere se effettivamente in quello spazietto piccolo piccolo ci passi oppure no, il rombo sibilante del suo acceleratore tenuto frenato con difficoltà ( proprio come la sua energia e la sua vitalità di divina discendenza,  che non possono certo attendere i tempi degli essere umani) dalla sua mano ti assillano ed è pronto a mollare a mollare la presa non appena ti fai da parte (sconfitto o superiore) o ti decidi finalmente ad affrontare l’impresa. La strada è la metafora della giungla della vita, lui non chiede permesso, la strada esiste solo per i suoi comodi e tu, cortesemente, levati dai coglioni.

La cauta amazzone – di sesso femminile – non lesina certo in esperienza rispetto al maschio della specie. Stessi chilometri percorsi, stesso numero di semafori affrontati nel circuito cittadino. Ella però mantiene un approccio molto diverso dal cavaliere oscuro rispetto al motoveicolo, che per lei rappresenta più che un mezzo per dimostrare qualcosa…semplicemente un mezzo…di trasporto! Un onesto e disponibile destriero che, in cambio di qualche  euro di carburante, si fa guidare per spostarsi da A a B. L’amazzone parte dal presupposto ( oserei dire più realistico, ma non mi si tacci di faziosità per questo) che nel mondo esistono taaaante persone oltre a lei, che possono decidere di agire indipendentemente dal suo volere, e questo vale anche nel traffico. Dunque, nel passare tra una macchina e l’altra pone attenzione a che il guidatore non dia fuori di testa e cambi improvvisamente corsia, oppure quando affronta una corsia contro mano per superare il traffico delirante del suo senso di marcia, lo fa prudentemente, con la consapevolezza che sta facendo qualcosa di quantomeno rischioso. Per l’amazzone la strada non è territorio da difendere, la usa come collegamento tra i luoghi della sua vita, se vuoi arrivare prima/o al prossimo semaforo…fai pure!

2 commenti:

  1. e come darti torto??? però la soluzione c'è, ma non è sempre la migliore...borraccia???

    http://www.youtube.com/watch?v=D4XxCZagAjk&eurl=http%3A%2F%2F

    ecco perchè porto sempre la catena col lucchetto attorcigliata in vita.

    walter ego

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